Agli inizi della sua storia, la poltrona era una sorta di seggiolone rigido e monumentale, dotato di molti meno comfort rispetto a oggi.
A partire dal dodicesimo secolo le sue gambe si arrotondarono fino a ottenere un aspetto decisamente più armonioso ed elegante.
Al contempo anche il sedile iniziava a mutare le proprie forme anche grazie all'imbottitura e ai rivestimenti di cuoio o stoffa.
Dal Settecento in poi si affermarono due tipologie di poltrona, la bergére, chiusa sui lati e arricchita da imbottiture sull'intera superficie, e la fauteuil con lo schienale abbastanza alto e le parti laterali aperte.
E talvolta, per accrescere la comodità della poltrona, si era soliti abbinarla a uno sgabello coordinato dove appoggiare gli scarpini.
Nel corso di tutto il diciottesimo secolo l'Europa ebbe a cuore la diffusione di modelli eleganti, equilibrati e raffinati in cui stare a proprio agio da seduti.
Nacque da qui la chaise-longue con il suo caratteristico prolungamento.
In America, invece, le poltrone erano più rustiche e spartane, tuttavia funzionali (la "Windsor" era tra le più famose).
Le poltrone erano il mobile preferito dalla borghesia dell'Ottocento soprattutto quelle rivestite in pelle o cuoio capitonné ossia trapuntato e rifinito da bottoni.
Assai diffusa era anche la poltrona in stile Luigi Filippo con un'ampia spalliera arrotondata, schienale capitonné e frangia sotto i braccioli (era spesso e volentieri rivestita di tessuto stampato a motivi floreali oppure di velluto).
Con l'andar del tempo le poltrone diventarono sempre più rivoluzionarie alla luce dei cambiamenti attuati dai vari progettisti i quali si divertivano a creare nuove forme e ad adoperare nuovi materiali toccando alti livelli di comfort.
Assai celebre è la poltrona disegnata da Kolo Moser, pittore esponente del Modernismo austriaco, di cui si nota la linearità e lo schienale bianco e nero, così come quelle dello scozzese Charles Rennie Mackintosh.
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